Come eravamo: Don Bosco e il colera a Torino
Tra il 1854 e il 1856 l’Italia fu flagellata da una spaventosa epidemia di colera.
Con una mortalità che arrivava al 60%, la gente era terrorizzata e tutto si era fermato.
Nel 1854 anche Torino viene sconvolta dal colera.
Don Bosco, che ne era venuto a conoscenza in anticipo per grazia di Dio, subito avvertì i suoi giovani dell’oratorio tranquillizzandoli e dicendo loro come comportarsi: “Prima di tutto vivere in grazia di Dio; portare al collo una medaglia di Maria SS. che io benedirò e darò a ciascuno e a questo fine recitare ogni giorno un Pater, Ave e un Gloria coll’Oremus di S. Luigi e la giaculatoria: Ab omni malo libera nos, Domine“.
All’arrivo del morbo iniziò una strage spaventosa con picchi di mortalità quasi del 100%.
Il clero si rese immediatamente disponibile ad aiutare i malati.
Il Municipio di Torino, oltre ad adottare immediatamente le contromisure necessarie, richiese una funzione religiosa per invocare l’aiuto della Vergine Maria, funzione svolta nel Santuario di Maria Santissima Consolatrice.
Don Bosco si attivò immediatamente e 44 dei suoi giovani scelsero di seguirlo. Tra di essi anche Domenico Savio.
Don Bosco pregò tantissimo perché questi giovani non venissero toccati dalla malattia e li istruì dicendo loro “Causa della morte è senza dubbio il peccato. Se voi vi metterete tutti in grazia di Dio e non commetterete alcun peccato mortale, io vi assicuro che nessuno di voi sarà toccato dal colera; ma se mai qualcuno rimanesse ostinato nemico di Dio, e, quel che è peggio, osasse offenderlo gravemente, da quel momento io non potrei più essere garante né di lui, né per qualunque altro della Casa“.
Sia lui che i suoi giovani si prodigarono per curare e assistere i malati. Poiché rispettarono le condizioni poste da Don Bosco, nessuno di loro si ammalò, nonostante fossero tutto il giorno a contatto con i malati.
Così eravamo. Lo siamo ancora?
Mt 5,13 “Voi siete il sale della terra; ma, se il sale diventa insipido, con che lo si salerà? Non è più buono a nulla se non a essere gettato via e calpestato dagli uomini”.
Se volete conoscere la storia in dettaglio la trovate a questo link.