Mercoledì Santo: il giorno del Tradimento

Oggi, 5 aprile 2023, Mercoledì Santo, la Chiesa, nel Vangelo del giorno, ricorda il tradimento di Giuda Iscariota.

Il brano di quest’anno è quello di Matteo 26 e ne riporta solo una parte, quella prima e durante l’Ultima Cena.

Nonostante Gesù indichi chiaramente a Giuda che conosce perfettamente il suo intento, Giuda persevera e lo tradisce fino in fondo. Una gravissima crisi di coscienza lo porterà poi a restituire il denaro ai sacerdoti e a suicidarsi.

Anche Pietro (come tutti gli altri) tradirà Gesù. Pietro con l’aggravante di aver ribadito che non lo avrebbe mai tradito. Eppure nega persino di conoscerlo. Comincia ad imprecare quando i servi lo riconoscono o riconoscono il suo accento.

Ma Pietro, pentitosi “pianse amaramente”. E non si suicidò.

Cosa possiamo meditare, oggi, prendendo spunto da queste due figure?

Da Pietro apprendiamo che la Speranza supera sempre la disperazione. E che il pentirsi ci riporta nuovi al cospetto di Dio. Apre la strada al Suo perdono. Qualsiasi cosa abbiamo fatto.

Pietro non dimenticherà mai il suo tradimento. E il vangelo che ne riflette la predicazione (Marco), è molto severo nei suoi confronti. Ma andrà avanti, fino al sacrificio della vita.

Qualsiasi cosa facciamo, anche la più bieca e la più malvagia, se ci pentiremo e chiederemo perdono a Dio, sarà perdonata. Ma questo richiede un cambio di vita, una conversione che, spesso, è il ritorno ad essere quelli che eravamo prima della caduta, solo un po’ migliori, per l’azione della Grazia di Dio.

Da Giuda impariamo che Dio scrive dritto su righe storte, e che volge al bene anche il male compiuto deliberatamente da un singolo. Infatti, grazie al tradimento di Giuda, Cristo viene arrestato e condannato a morte. La deliberata violazione di Giuda è l’atto che favorisce il deliberato sacrificio di Cristo che sceglie di fare la volontà del Padre, anche se è difficile.

Purtroppo per lui, Giuda, a quel che ne sappiamo, non si pente nella maniera giusta ma si pente punendosi con il suicidio. Questa sua disperazione nella misericordia di Dio è l’atto più sbagliato di Giuda.

Anche nel suo caso, dobbiamo comprendere che vi è sempre una speranza nella misericordia infinita di Dio. Giuda, da quanto scritto nei vangeli e negli Atti degli Apostoli, non ha fatto sua questa misericordia e il suo peccato è stato l’essersi sostituito a Dio nel volersi condannare: come non dobbiamo giudicare (cioè condannare) gli altri così non dobbiamo farlo su noi stessi.

Purtroppo oggi, molto spesso, siamo dei novelli Giuda, non solo perché tradiamo Cristo ma, soprattutto, perchè non cerchiamo il Suo perdono.

Cerchiamo allora la misericordia di Dio e, una volta ottenuta con il sacramento della Riconciliazione, perdoniamoci a nostra volta, senza dimenticare di riparare, con la nostra vita, al male fatto.

Luca Lezzerini

Credits: Foto di Francesco Alberti su Unsplash

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