L’ultimo giapponese

Mentre sosteniamo la campagna “Un cuore che batte” (https://www.oraetlaboraindifesadellavita.org/) leggiamo l’intervento del Presidente di ADVM (https://www.advm.org/2023/08/21/newsletter-la-cultura-della-vita-non-si-fa-a-colpi-di-leggi/).

Abbiamo pensato di rispondergli con questa riflessione, ispirandoci ad un famoso giapponese, Hiroo Onoda, in cui ci siamo immedesimati ma con un nome diverso.

Questa guerra non l’ho voluta io.

Non l’ho iniziata e, probabilmente, non la finirò.

Finora ci è costata oltre sei milioni di morti ed io, ovviamente, non sono fra loro.

Neanche questa battaglia l’ho iniziata io. L’idea è stata di un altro della mia stessa bandiera, ma come ho visto le prime manovre e le prime schermaglie mi sono gettato nella mischia. Perché probabilmente perderemo anche questa volta ma, quando andrò nel luogo dove sono i miei antenati, almeno avrò il coraggio di guardare negli occhi loro e gli altri milioni di morti (temo che all’epoca saranno ben più di sei milioni!) e dirgli “Ci ho provato. Ho fatto tutto quello che potevo. Ho perso. Ma ho dato il massimo.”.

Oggi, però, sono depresso, cosa che non mi capita spesso. Ma oggi sì. Ed è grave.

Uno dei nostri, uno che pensavo fosse il generale comandante di uno dei più coraggiosi e possenti dei nostri battaglioni, il 31 luglio ha scritto che il nemico ha ragione. Che le sue manovre sono sacre e non dobbiamo interferire. Che rischiamo di prenderne ancora di più di quelle che già abbiamo prese.

Ha detto che la nostra strategia deve essere quella di giocare con le regole dell’avversario (ma l’hai letto Sun-Tzu, generale?!). Che dobbiamo adeguarci e che il suo battaglione, il leggendario ADVM, insieme all’eroica divisione nota come “Movimento per la vita”, si dissociano dalla battaglia in cui sono coinvolto.

Il generale ha detto che la nostra battaglia potrebbe scatenare le ire del nemico e peggiorare la nostra situazione.

Ha detto tante altre cose, ma ne ha dimenticata una. Forse la più importante. Che l’aborto si basa su una menzogna. Che la madre è convinta che non sta uccidendo un bambino ma che si sta sottoponendo ad un’operazione come se fosse un’appendicectomia. Anzi, di meno, per rimuovere un grumo di cellule. Un grumo. Neanche una colonia, un insieme, un gruppo. Un grumo, così sembra solo una cosa ripugnante da togliere prima possibile.

Il nostro caro generale dimentica i morti avuti finora, dimentica che il nemico, l’avversario, gode per queste morti e anche per i traumi delle loro madri. La verità vi farà liberi non vale per i nascituri?

Oggi, mentre fischiano le pallottole nemiche, tra di esse riconosco quelle del fuoco amico. E mi sento l’ultimo giapponese. Quello che continuava a combattere nella giungla a guerra ormai finita.

Neanche le atomiche di Hiroshima e Nagasaki hanno fatto tanti morti. Ma la verità vi farà liberi non vale per i nascituri?

E mi sento stanco di combattere. Sto per gettare le armi. Anche se domani, di fronte a Dio, dovrò giustificare questo mio abbandono del posto di combattimento. Ma anche il generale ha detto che dobbiamo evitare lo scontro per non essere massacrati ulteriormente.

E allora mi tolgo la piastrina identificativa dove c’è scritto il mio nome. E poiché sono giapponese, c’è il titolo che spetta a tutti noi maschi adulti: “San”. Qualcosa mi ritorna alla mente. Qualcosa di un santo, Atanasio, anche lui rimasto solo quando la Chiesa era passata completamente all’eresia. Per cinquant’anni. Cinquant’anni. Come ha detto il generale? “Cari amici a 45 anni dalla legge 194”. Allora, forse, dobbiamo resistere ancora 5 anni, come Atanasio?

E dopo cinquant’anni, Atanasio vinse. E riportò la Chiesa sulla via della retta dottrina.E non vinse perché era bravo. Vinse perché Dio ama stravincere, vincendo battaglie impossibili, proprio per farci capire che è lui a combattere per noi, se noi abbiamo la forza di pregare senza stancarci.

“Se aveste fede come un granello di senape …”.

E allora rinfilo la piastrina identificativa sotto la mimetica perché, mi dico, anche ci volessero non 5 ma altri cinquant’anni, questa guerra la dobbiamo vincere noi. E riprendo a combattere.

Ma prima di girarmi di nuovo verso l’antico nemico, vorrei dire una cosa al nostro generale: “Presidente ADVM, lei pensa veramente che ‘la verità vi farà liberi’ non si possa applicare ad una madre che sta per essere portata a commettere un crimine abominevole che, molto probabilmente, la segnerà per tutta la vita? Veramente lo pensa? Veramente pensa che il Vangelo vada somministrato a dosi men che omeopatiche per non creare traumi?”.

Madri, la verità vi farà libere. Libere di decidere se commettere un omicidio o se non farlo. Libere di sapere. Ma solo la verità. Non la menzogna. Di cui sappiamo chi è il padre.

Ora scusate, ma devo ricaricare la penna per raccogliere le firme. Perché domani è un altro giorno. E forse è il giorno in cui qualche fariseo moderno si convertirà al Vangelo, che è un libro che non fa sconti.

Oppure qualcuno riuscirà a ricordarsi di essere lievito, sale e ritroverà una fede grande come un granello di senape.

Coloro che, al governo, votarono la 194, così come coloro che oggi dividono il fronte pro-vita, un giorno dovranno rendere conto alla Verità della Via che hanno scelto per difendere la Vita.

E dovranno farlo anche se non credono più in colui che è Via, Verità e Vita.

In fede (gratuitamente ricevuta in dono)

Ata Nasio San, ultimo giapponese (ma non ultimissimo perché ne ho incontrati tanti come e meglio di me in questi mesi)

P.S.: non ho mai capito perché esistano tante associazioni in difesa della stessa cosa. E la questione mi infastidisce perché so benissimo chi è colui che divide. Ma immagino che, magari la prossima volta, si potrebbe creare un coordinamento che unisca, tanto per dare fastidio al grande mentitore, al calunniatore (etimologicamente parlando) e che risolva le cose in camera caritatis invece di far volare gli stracci sul Web.

Oppure ci piace proprio litigare sui cadaveri dei bambini?

Perché anche di queste divisioni dovremo rispondere.

Come ben sapeva il beato Marco d’Aviano.

Luca Lezzerini

Credits: Photo by Steven Diaz on Unsplash

Articoli simili