Santa Ildegarda di Bingen
In Luces Veritatis abbiamo creato un gruppo di studio di S. Ildegarda. Il gruppo, al momento, si focalizza su due ambiti principali che sono la spiritualità di S. Ildegarda e i suoi rimedi. Il gruppo, successivamente, allargherà il proprio campo di azione anche al settore della musica e ad altre aree di studio della Santa.
Gli obiettivi del Gruppo di Studio di S. Ildegarda sono: creare una rete di autoproduzione nazionale dei rimedi ildegardiani, costruire una rete di esperti di farmacopea e medicina ildegardiana, creare una rete di esperti della spiritualità e della musica ildegardiane.
Chi avesse le competenze richieste dal gruppo di studio su S. Ildegarda (medici, infermieri, operatori sanitari in generale, biologi, nutrizionisti, produttori di piante officinali, agricoltori o agronomi, trasformatori erboristici, esperti in farmacologia, esperti nella spiritualità ildegardiana, esperti in processamento di farmaci ed alimenti, esperti in sicurezza e packaging di prodotti farmaceutici ed alimentari, ricercatori scientifici negli stessi settori, esperti in farmacopea e medicina medievale) può chiedere di essere ammesso inviando il proprio CV a ildegarda@lucesveritatis.it . L’ammissione è a insindacabile giudizio della Commissione di Gestione del Gruppo di S. Ildegarda, completamente gratuita, e può richiedere fino a tre settimane di valutazione prima della risposta. Per avviare la parte sulla musica e, in generale, su tutta l’attività di S. Ildegarda, cerchiamo anche curatori di biblioteche specializzate, ricercatori su S. Ildegarda, esperti in musica sacra medievale e altre professionalità simili. Anche costoro possono scrivere all’indirizzo mail precedente per informazioni o richiesta di ammissione, quest’ultima sempre allegando il proprio CV.
Con questo post, iniziamo una serie di articoli sulla Santa e sui suoi studi.
Santa Ildegarda scrive di sé: “io sono un essere senza istruzione” e “non so nulla delle cose del mondo esteriore, ma è interiormente nella mia anima che sono istruita”. (lettera a San Bernardo di Chiaravalle 1146); “Sono una piuma abbandonata al vento della fiducia di Dio”
Santa Ildegarda di Bingen fu una monaca benedettina che visse tra l’XI e il XII secolo in Germania.
Oltre ad essere stata canonizzata nel maggio del 2012 da papa Benedetto XVI, venne anche nominata Dottore della Chiesa nell’ottobre dello stesso anno, la maggiore onorificenza terrena che la Chiesa possa conferire.
Ildegarda nasce nel 1098 da Idelberto e Matilda nell’Assia renana, regione germanica al confine con l’odierna Francia, un anno prima che i crociati conquistassero Gerusalemme.
Già a tre-quattro anni manifesta alla levatrice il dono della visione raccontando nel dettaglio le macchie del mantello del vitellino che sta per nascere.
Ultima di dieci figli, Ildegarda appartiene alla media nobiltà ed è di famiglia profondamente religiosa tanto da venire “donata” a Dio come la “decima del raccolto” citata nell’Antico Testamento come la tassa del raccolto dovuta a Dio.
Nel 1106 infatti Ildegarda che all’epoca aveva solo otto anni venne affidata alla giovane nobildonna Giuditta di Sponheim (“Jutta”) presso l’abbazia di Disimbodemberg per ricevere l’istruzione ordinaria delle bambine dell’epoca: lo studio del canto liturgico e della cetra a 10 corde oltre che lo svolgimento dei lavori domestici.
Nel 1112-1115, a 15, anni prende i voti perpetui e veste il velo monacale benedettino grazie al vescovo Ottone di Bamberga. Durante i 16-17 anni successivi proseguono le visioni “dal cielo” ma lei non ne parla con nessuno per paura di essere giudicata (conosciamo questa informazione grazie al suo epistolario).
Le visioni venivano descritte da Ildegarda stessa come visioni consapevoli durante le quali non perdeva mai la coscienza esatta di ciò che accadeva intorno a lei. Ildegarda raccontava di vedere una grande luce che la istruiva e le mostrava con simboli e metafore ciò che successivamente le spiegava.
Nel 1136 Santa Ildegarda, quasi quarantenne, racconta le sue visioni a Jutta, la quale le riferisce al responsabile del monastero, il monaco Wolmarche parlandone con l’abate del monastero le chiede di mettere tutto per iscritto. Wolmar diventerà il suo segretario e scriverà per lei il contenuto delle visioni sotto dettatura per anni, fino alla sua morte.
Santa Ildegarda stessa inviò i testi riportanti i contenuti delle sue visioni a San Bernardo di Chiaravalle che era il riferimento teologico dell’epoca, e San Bernardo che era certo della veridicità delle visioni e della loro importanza chiese conferma a papa Eugenio III che dopo un’attenta indagine apostolica confermò l‘autenticità delle visioni dandone immediatamente l’imprimatur tanto che da allora la Santa fu soprannominata “profetessa teutonica” o anche “sibilla renana”.
Nel 1150 visto il crescente numero di novizie desiderose di vivere vicino a Santa Ildegarda per poterne imitare le virtù, la santa fondò il nuovo monastero di Rupertsberg a BINGEN, da cui prese il nome.
Nel 1165 venne fondata un’ulteriore abazia ad Heibingen, floridissimo centro religioso-culturale, tuttora esistente e visitabile.
Nonostante l’età media per l’epoca fosse di circa quarant’anni, Ildegarda morì a 81 anni il 17 settembre (giorno della sua festa liturgica) del 1179 già in odore di santità tra segni straordinari del cielo, prodigi e multipli arcobaleni.
Le reliquie della Santa sono oggi venerabili nella cappella del priorato di Eibingen.
Nel 1140 all’età di 42 anni iniziò a produrre innumerevoli opere, tra cui oggi le più studiate sono principalmente tre:
“SCIVIAS”, “LIBER VITÆ MERITORUM” e il “LIBER DIVINARUM OPERARUM”.
La MEDICINA di Santa Ildegarda.
“la creazione è piena di forze guaritrici che nessuno può conoscere se non sono rivelate da Dio”.
Le conoscenze mediche della Santa superano di gran lunga quelle della medicina moderna perché provengono da visioni divine.
L’approccio della santa alle malattie è spesso olistico, cioè vengono analizzati non solo i sintomi della malattia ma anche le cause psico-sociali che le hanno determinate ma anche e soprattutto quella prevalenza di vizi rispetto alle virtù che squilibrano l’equilibrio ottimale della Viriditas che si esprime con l’essere in buona salute ma anche con la gioia di vivere e la passione che mettiamo nelle nostre azioni quotidiane.
A titolo di esempio: le patologie autoimmuni ad oggi conosciute sono oltre 20.000 e spesso derivano da un’alterata permeabilità della mucosa intestinale che la Santa riequilibra con l’utilizzo del farro Spelta, del finocchio montano ottenendo a cascata l’inibizione di moltissime malattie autoimmuni.
Per la santa il corpo è l’ornamento dell’anima e anche il tempio nel quale risiede il Divino.
La salute del corpo dipende dallo stato di salute dell’anima.
Comparando i rimedi fitoterapici della Santa con il patrimonio moderno dell’erboristeria scientifica e della botanica farmaceutica emerge che le conoscenze mediche di Santa Ildegarda sono superiori alla maggior parte dei concetti della medicina scolastica moderna perché offrono possibilità curative che finora si ritenevano impossibili.
La salute per Santa Ildegarda è anche prevenzione, e quindi oltre ai rimedi terapeutici propone anche l’alimentazione più adatta a prevenire le malattie.
I rimedi di Santa Ildegarda sono circa 2000 e sono prevalentemente fitoterapici, ma non mancano rimedi provenienti dal regno minerale e animale.
La sua medicina si basa sulla valutazione dei quattro umori dell’uomo: il sangue, la linfa, la bile gialla e la bile nera che se sono in equilibrio definiscono nell’uomo il suo stato di salute ottimale esprimendo così quella che la Santa chiama Viriditas.
Viriditas è un termine coniato dalla Santa e che oggi potremmo tradurre come “verdeggiante potenza della vita”, cioè quella forza che permette lo sbocciare della vita e il suo mantenersi in pieno vigore a lode di Dio suo Creatore.
Santa Ildegarda non cercò mai visibilità ma volle aiutare gli uomini indicando loro il peccato originale come la causa che ha deturpato sia l’anima che il corpo. Il peccato originale ha creato il caos sconvolgendo l’equilibrio armonioso del creato; quindi, Santa Ildegarda indica come recuperare quel perduto equilibrio primordiale.
Nel grande libro intitolato “Physica” vengono descritte anche le proprietà terapeutiche delle pietre preziose che, contrariamente alle usanze medievali, non vengono mai consigliate per un uso in polvere ma nelle sue forme e dimensioni naturali integre con l’unica eccezione del berillio come antiveleno.
Le pietre indicate dalla Santa possono agire per contatto diretto con la cute e/o tramite l’utilizzo di liquidi come acqua, vino o birra per abluzioni impacchi o bendaggi, spesso attraverso istruzioni minuziose.
Viene spontaneo pensare che l’utilizzo delle pietre sia negativo a causa del recente utilizzo gnostico operato dal movimento New Age o dalla magia intrinsecamente contrarie alla cristianità ma santa Ildegarda le utilizza anche per le loro indicazioni spirituali oltre che terapeutiche perché citate dal profeta Ezechiele, da San Giovanni evangelista nell’apocalisse ed infine nella descrizione del pettorale del sommo sacerdote Mosè nell’Antico Testamento.
Per la Santa, la cura delle malattie è essa stessa un esorcismo attraverso l’utilizzo delle pietre da lei indicate. È importante cogliere che quand’anche non si capisca il meccanismo d’azione di una pietra, non per questo allora dobbiamo trascurarne l’efficacia. La medicina delle pietre preziose consigliate da Ildegarda proviene anch’essa dalle visioni mistiche della “Luce divina” e comprende anche la cura di malattie oggi incurabili come certe malattie mentali o nervose o addirittura l’allontanamento dei demoni, ma anche soluzioni estetiche come, ad esempio, l’eliminazione delle macchie della pelle in età avanzata.
OPERE di Santa Ildegarda
Trilogia profetica:
– Scivias (descrizione della storia della salvezza dalla creazione fino all’apocalisse)
– Liber vitæ meritorum (l’eterna condizione dell’uomo che deve scegliere tra il bene il male)
– Liber divinorum operum (la potenza della creazione, l’incarnazione del figlio, la redenzione finale dell’uomo e che come un microcosmo riflette in sé le leggi dell’intero cosmo).
Scritti naturalistici:
–Liber subtilitatum diversarum naturarum creaturarum (le cause e le cure delle malattie poi diviso in due libri:
– Physica o Liber simplicis medicinæ
– Causæ et curæ o Liber compositæ medicinæ)
Altre opere:
– Ordo virtutum (dramma musicale allegorico in cui i personaggi sono i vizi e le virtù che discutono per conquistare la protagonista è l’anima).
– Symphonia harmoniæ celestium revelationum (considerevole raccolta di lavori musicali con canti e inni religiosi).
– Epistolæ (famose sono le lettere all’imperatore Federico Barbarossa: la Santa lo redarguisce perché aveva opposto due antipapi a papa Alessandro III).
– Vita Sancto di Isibodi episcopi
– Vita Sancto Rupert confessoris
– Expositio Evangeliorum
– Explanatio simboli Athanasii
– Explanatio regulæ Sancto Benedicti.
– Lingua ignota, Litteræ ignote (la santa utilizzò 23 lettere per una lingua segreta, probabilmente ideata per fini mistici di cui rimangono solo due manoscritti).
Modernità di Santa Ildegarda:
Come ricordò Benedetto XVI, la Santa fu autorizzata a parlare in pubblico da papa Eugenio III, evento assolutamente fuori dal comune per una donna di quell’epoca, oltretutto monaca benedettina.
Tra il 1159 e il 1170 compì quattro viaggi pastorali (nonostante l’ordine benedettino sia claustrale) predicando in sei diverse città dietro autorizzazione dei papi Adriano I e Alessandro III, nonostante le sue fragili condizioni di salute.
La santa non esitò ad affrontare in ogni loro aspetto dal punto di vista medico argomenti quali la sessualità, la cura estetica del corpo e il parto: tutto però veniva sempre declinato alla luce della teologia e della fede.
Credits: Photo by Chiara Margherita Ulisse