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Introduzione alla Preghiera Profonda

Per questo argomento si suggerisce il seguente testo di riferimento: Antonio Gentili, La preghiera del cuore, Ed. Appunti di Viaggio.

Iniziamo una serie di post che introducono alla preghiera, in particolare alla cosiddetta “preghiera profonda”, ossia quella pratica meditativa che il catechismo della Chiesa cattolica definisce al numero 2717 come “silenzioso amore”. Questa preghiera viene indicata nel Catechismo della Chiesa Cattolica anche come “preghiera contemplativa” e di seguito ne riportiamo la citazione esplicita sulla meditazione e sulla preghiera contemplativa.

II. La meditazione

2705 La meditazione è soprattutto una ricerca. Lo spirito cerca di comprendere il perché e il come della vita cristiana, per aderire e rispondere a ciò che il Signore chiede. Ci vuole un’attenzione difficile da disciplinare. Abitualmente ci si aiuta con qualche libro, e ai cristiani non mancano: la Sacra Scrittura, particolarmente il Vangelo, le sante icone, i testi liturgici del giorno o del tempo, gli scritti dei Padri della vita spirituale, le opere di spiritualità, il grande libro della creazione e quello della storia, la pagina dell’«Oggi » di Dio.

2706 Meditare quanto si legge porta ad appropriarsene, confrontandolo con se stessi. Qui si apre un altro libro: quello della vita. Si passa dai pensieri alla realtà. A misura dell’umiltà e della fede che si ha, vi si scoprono i moti che agitano il cuore e li si può discernere. Si tratta di fare la verità per venire alla luce: «Signore, che cosa vuoi che io faccia?».

2707 I metodi di meditazione sono tanti quanti i maestri spirituali. Un cristiano deve meditare regolarmente, altrimenti rassomiglia ai tre primi terreni della parabola del seminatore. 183 Ma un metodo non è che una guida; l’importante è avanzare, con lo Spirito Santo, sull’unica via della preghiera: Cristo Gesù.

2708 La meditazione mette in azione il pensiero, l’immaginazione, l’emozione e il desiderio. Questa mobilitazione è necessaria per approfondire le convinzioni di fede, suscitare la conversione del cuore e rafforzare la volontà di seguire Cristo. La preghiera cristiana di preferenza si sofferma a meditare « i misteri di Cristo », come nella lectio divina o nel Rosario. Questa forma di riflessione orante ha un grande valore, ma la preghiera cristiana deve tendere più lontano: alla conoscenza d’amore del Signore Gesù, all’unione con lui.

III. La preghiera contemplativa

2709 Che cosa è la preghiera contemplativa? Santa Teresa risponde: «L’orazione mentale, a mio parere, non è che un intimo rapporto di amicizia, nel quale ci si intrattiene spesso da solo a solo con quel Dio da cui ci si sa amati». 184

La preghiera contemplativa cerca «l’amore dell’anima mia» (Ct 1,7). 185 È Gesù e, in lui, il Padre. Egli è cercato, perché il desiderio è sempre l’inizio dell’amore, ed è cercato nella fede pura, quella fede che ci fa nascere da lui e vivere in lui. Si può meditare anche nella preghiera contemplativa, ma lo sguardo è rivolto al Signore.

2710 La scelta del tempo e della durata della preghiera contemplativa dipende da una volontà determinata, rivelatrice dei segreti del cuore. Non si fa preghiera contemplativa quando si ha tempo: si prende il tempo di essere per il Signore, con la ferma decisione di non riprenderglielo lungo il cammino, quali che siano le prove e l’aridità dell’incontro. Non si può meditare sempre; sempre si può entrare in preghiera contemplativa, indipendentemente dalle condizioni di salute, di lavoro o di sentimento. Il cuore è il luogo della ricerca e dell’incontro, nella povertà e nella fede.

2711 L’entrata nella preghiera contemplativa è analoga a quella della liturgia eucaristica: «raccogliere» il cuore, concentrare tutto il nostro essere sotto l’azione dello Spirito Santo, abitare la dimora del Signore che siamo noi, ridestare la fede per entrare nella presenza di colui che ci attende, far cadere le nostre maschere e rivolgere il nostro cuore verso il Signore che ci ama, al fine di consegnarci a lui come un’offerta da purificare e da trasformare.

2712 La preghiera contemplativa è la preghiera del figlio di Dio, del peccatore perdonato che si apre ad accogliere l’amore con cui è amato e che vuole corrispondervi amando ancora di più. 186 Ma egli sa che l’amore con cui risponde è quello che lo Spirito effonde nel suo cuore; infatti, tutto è grazia da parte di Dio. La preghiera contemplativa è l’abbandono umile e povero all’amorosa volontà del Padre in unione sempre più profonda con il Figlio suo diletto.

2713 Così la preghiera contemplativa è la più semplice espressione del mistero della preghiera. La preghiera contemplativa è un dono, una grazia; non può essere accolta che nell’umiltà e nella povertà. La preghiera contemplativa è un rapporto di alleanza, concluso da Dio nella profondità del nostro essere. 187 La preghiera contemplativa è comunione: in essa la Santissima Trinità conforma l’uomo, immagine di Dio, «a sua somiglianza».

2714 La preghiera contemplativa è anche il tempo forte per eccellenza della preghiera. Durante la preghiera contemplativa, il Padre ci rafforza potentemente con il suo Spirito nell’uomo interiore, perché Cristo abiti per la fede nei nostri cuori e noi veniamo radicati e fondati nella carità. 188

2715 La preghiera contemplativa è sguardo di fede fissato su Gesù. « Io lo guardo ed egli mi guarda », diceva, al tempo del suo santo Curato, il contadino d’Ars in preghiera davanti al Tabernacolo. 189 Questa attenzione a lui è rinuncia all’« io ». Il suo sguardo purifica il cuore. La luce dello sguardo di Gesù illumina gli occhi del nostro cuore; ci insegna a vedere tutto nella luce della sua verità e della sua compassione per tutti gli uomini. La preghiera contemplativa porta il suo sguardo anche sui misteri della vita di Cristo. In questo modo conduce alla « conoscenza interiore del Signore » per amarlo e seguirlo di più. 190

2716 La preghiera contemplativa è ascolto della Parola di Dio. Lungi dall’essere passivo, questo ascolto si identifica con l’obbedienza della fede, incondizionata accoglienza del servo e adesione piena d’amore del figlio. Partecipa al « sì » del Figlio fattosi Servo e al « fiat » della sua umile serva.

2717 La preghiera contemplativa è silenzio, « simbolo del mondo futuro » 191 o « silenzioso amore ». 192 Nella preghiera contemplativa le parole non sono discorsi, ma come ramoscelli che alimentano il fuoco dell’amore. È in questo silenzio, insopportabile all’uomo « esteriore », che il Padre ci dice il suo Verbo incarnato, sofferente, morto e risorto, e che lo Spirito filiale ci fa partecipare alla preghiera di Gesù.

2718 La preghiera contemplativa è unione alla preghiera di Cristo nella misura in cui fa partecipare al suo mistero. Il mistero di Cristo è celebrato dalla Chiesa nell’Eucaristia, e lo Spirito Santo lo fa vivere nella preghiera contemplativa, affinché sia manifestato attraverso la carità in atto.

2719 La preghiera contemplativa è una comunione d’amore portatrice di vita per la moltitudine, nella misura in cui è consenso a dimorare nella notte oscura della fede. La notte pasquale della risurrezione passa attraverso quella dell’agonia e della tomba. Il suo Spirito (e non la « carne » che è « debole ») fa sì che nella preghiera contemplativa traduciamo in vita questi tre tempi forti. E necessario acconsentire a vegliare un’ora con lui. 193

In questa serie di post non parleremo delle preghiere liturgico-sacramentali che saranno affrontate in un altro momento.

Il primo tipo di preghiera profonda è quella basata sulla Bibbia, ed è nota come “lectio divina”. Il secondo tipo è quella cosiddetta di “ripetizione-risonanza”. Il terzo tipo di preghiera profonda è la preghiera con il corpo, tra cui ricordiamo le forme più semplici ma non per questo meno importanti che sono quelle del segno della croce o della genuflessione. Il quarto tipo di preghiera profonda è quella che ci immerge nel mondo facendolo diventare una pista di decollo per la nostra preghiera ed è la cosiddetta preghiera relativa persone, avvenimenti e cose. In questo caso rientra la preghiera di intercessione di cui abbiamo già parlato in un altro post. L’ultimo tipo di preghiera è quella cosiddetta di “profondo silenzio”.

Lo scopo di questa serie di post è soprattutto acquisire le principali tecniche per entrare in queste forme di preghiera contemplativa. Queste tecniche possono essere utilizzate per far riscoprire la cosiddetta meditazione cristiana, che però non è una forma di training autogeno, di autoipnosi per rilassarsi, scaricare le tensioni quotidiane e raggiungere uno stato di benessere psicofisico. La preghiera di meditazione cristiana è un modo per vivere ancor più intimamente, ancor più fortemente, la nostra storia d’amore con Dio coinvolgendo il nostro corpo e la nostra psiche nel dialogo con Lui. Di conseguenza si vuole mettere in guardia chi legge dal praticare queste tecniche senza averne chiaro lo scopo, che è quello di entrare in dialogo stretto con Dio. È quindi è necessario avere fede, anche se più piccola dell’evangelico granello di senape, ma comunque credere che Dio esista o almeno essere in Sua ricerca. E non di un dio generico ma del Dio cristiano, quello uno e trino della Chiesa cattolica

Alcune delle preghiere profonde di cui si parlerà in questi post sono già note e anche molto utilizzate, quali ad esempio il S. Rosario o la Preghiera del Cuore. Le tecniche presentate in questi post non hanno l’obiettivo di sostenere che finora si è pregato in modo sbagliato ma semplicemente che quelle preghiere possono diventare più intense e più efficaci se ci si allena a pregare meglio.

Una prima conseguenza di questo pregare meglio, ma che già abbiamo se preghiamo in una forma anche più semplice e meno allenata, e il raggiungimento di una pace interiore ed esteriore. Qualcosa di molto simile a questa riappacificazione si può ottenere anche con le forme di meditazione proposte da altre ideologie o da altre religioni ma tutte mancano dell’incontro con l’unico vero Dio.

Il nostro obiettivo con questi post è, invece, trasferire i principi base di alcune tecniche per pregare meglio. Se quindi, in questi post, si accennerà al controllo del respiro o al rilassamento muscolare, alla liberazione della mente, ciò deve essere inteso nell’ottica di vivere la nostra relazione d’amore con Dio e non nell’ottica di un mero esercizio in stile yoga o ginnastiche respiratorie pre-parto.

Negli ultimi decenni queste forme di preghiera sono andate perse in gran parte perché si è smesso di praticarle. Alcuni movimenti ecclesiali ne hanno fatto il centro delle loro forme di preghiera, così come in alcune regioni del globo, soprattutto africane, il corpo dei fedeli è stato rimesso al centro delle liturgie. È tempo di riscoprire queste pratiche prestando ben attenzione a non finire in contesti quali la biodanza, lo yoga, il panteismo new age e simili, che nulla hanno a che vedere con la dottrina cattolica e con la preghiera cristiana.

I post cercheranno di essere sufficientemente esplicativi ma si suggerisce di ricorrere, comunque, ove possibile e desiderato, a corsi specifici di preghiera profonda, esclusivamente attraverso docenti di fede cattolica riconosciuta.

A rischio di essere ripetitivi, sottolineiamo che gli effetti positivi a livello corporeo che si ottengono con queste forme di preghiera, così come con altre abitudini sane, devono essere considerati come un esempio del nostro dover rispettare il corpo che c’è stato donato ma non devono diventare il feticcio, l’ossessione, di un’ideologia salutista tanto apparentemente benefica quanto devastante sul piano fisico e morale.

Seguendo le tecniche cercheremo di trasferirvi, si potranno ulteriormente migliorare forme di preghiera già note e scoprire nuove forme di preghiera, comprensive di una dimensione che, troppo spesso, viene negata in questa nostra cerebrale civiltà occidentale, che è la dimensione del corpo. Senza eccedere nel feticismo di cui sopra riguardo al corpo, concludiamo ricordando che cuore della rivelazione è l’incarnazione di Cristo, che ha scelto proprio di assumere forma umana seguendo il percorso che tutti noi viviamo ossia non apparendo all’improvviso, ma nascendo da una donna che ha liberamente accettato tra tale maternità. Di conseguenza, il nostro corpo mortale è rivestito di una dignità tale che lo vedrà anche fatto risorgere alla fine dei tempi e quindi anch’esso deve partecipare al nostro dialogo con Dio che comunemente chiamiamo preghiera.

Prima di concludere, vogliamo sottolineare come l’utilizzo della preghiera profonda ci porta ad un ad una relazione molto più intima con Dio e ci rende molto più sensibili alla Sua voce, e questo è un grande dono di questa forma di spiritualità.

Credits: Foto di Josh Applegate su Unsplash

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