Lo storico Engels: “La salvezza dell’Europa è il cristianesimo”

di Annalia Martinelli

“Impegnarsi come cristiani nel costruire strutture parallele resistenti che possano sopravvivere ai tempi duri che verranno di fronte alla crescente repressione delle posizioni conservatrici in vari ambiti della vita in Europa”. E’ la strategia che indica lo storico David Engels, professore di Storia Romana all’Università di Bruxelles ieri 18 aprile 2023 in una intervista a Francesco Borgonovo sul quotidiano La Verità, con di titolo in ‘prima’ “L’Europa non è morta. Le servono fede e patrie” e all’interno “La salvezza dell’Europa è il cristianesimo”.

Engels parla di “graduale declino di quelle strutture che simbolicamente e concretamente fondano e stabilizzano una società”, in particolare  il processo di contrazione demografica, la deindustrializzazione dell’Europa, la trasformazione etnico culturale causata dall’emigrazione di massa, il tremendo declino del Cristianesimo, la disintegrazione della famiglia classica, l’orientamento esclusivo verso interessi a breve termine, la messa in discussione dell’identità di genere, la banalizzazione dell’arroganza transumanista, l’egoismo radicale di individui atomizzati e la generale dis-solidarizzazione con il nostro passato.

Una realtà a cui però, secondo lo storico, non dobbiamo arrenderci. Convinto che non si possa invertire la tendenza in corso alle urne, perché le libertà democratiche sono gravemente danneggiate, Engels propone invece una lotta culturale di base, che chiama ‘esperialismo’, un movimento politico europatriottico conservatore, orientato alla tradizione cristiana e animato da ‘patrioti’ che dovrebbero seguire l’esempio degli immigrati, uniti nel cercare di rafforzare ed espandere la propria identità.

Cuore del movimento dovrebbero essere l’educazione dei giovani, le reti familiari e delle università.

La responsabilità maggiore ricade per Engels sugli individui: “Solo se ognuno degli ultimi veri europei difenderà e coltiverà in modo convincente i valori del nostro passato, almeno in piccoli gruppi, potremo, nei limiti delle possibilità, tornare ad essere un vero modello per chi ci circonda. E, a parte questo, abbiamo anche un dovere verso le generazioni future, anzi verso le civiltà future. Se i Romani non avessero mantenuto per secoli le loro tradizioni nonostante la stagnazione intellettuale dell’epoca imperiale, la ripresa del Medioevo e del Rinascimento sarebbe stata impossibile”.

Credits: Foto di Karsten Würth su Unsplash

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