Un piano per il rinnovamento della famiglia
Riceviamo da don Massimo Lapponi un bellissimo testo su un piano per il rinnovamento della famiglia che chiama in causa le comunità religiose e propone anche la costituzione di un apposito “Istituto” che non solo è perfettamente in linea con il progetto di Luces Veritatis, ma ne è anche uno degli elementi essenziali.
Don Massimo Lapponi è un sacerdote benedettino con cui collaboriamo sin dall’inizio (nonostante i cinque fusi orari che ci separano) e che sta cercando di implementare nello Sri Lanka un progetto molto simile al nostro (in realtà siamo noi che abbiamo tratto forte ispirazione dai suoi scritti, in particolare dal libro su S. Benedetto e la famiglia, che abbiamo recensito qualche tempo fa).
In questa continua collaborazione, nella preghiera e nel supporto reciproco, un esempio di ora et labora intercontinentale, don Massimo spesso condivide con noi gli strumenti che sta creando o che ha creato o preparati da altri e che usa nella sua missione.
In primis ringraziamo Dio per averci donato i sacerdoti e, in particolare, don Massimo. In secondo luogo, preghiamo Dio perchè li sostenga e li protegga nel loro apostolato e perchè illumini noi, laici, perchè siamo al loro fianco al servizio d Dio.
In terzo luogo vogliamo condividere questo scritto, che è rivolto principalmente alle comunità religiose ma è applicabile a tutte, perchè chiarisce molto bene come Luces Veritatis si aspetta di collaborare con queste comunità, incluse parrocchie e comunità laiche.
Data l’importanza del documento nell’economia del nostro progetto, lo potrete trovare anche nella sezione Risorse-Il Progetto di Luces Veritatis, in versione PDF.
Ma veniamo al testo di don Massimo (grassetto e corsivo nostri).
Un piano per il rinnovamento della famiglia
di Don Massimo Lapponi O.S.B.
La vita quotidiana di una famiglia non consiste soltanto nella preghiera o nella lettura della Bibbia.
Certo, la preghiera e la lettura della Bibbia sono importanti, ma è ancor più importante che tutto sia fatto da ciascuno nel modo e nel tempo giusto. Senza alcun dubbio ciò vale per la preghiera e la lettura della Bibbia, ma ugualmente devono essere ben regolate tutte le altre cose, anche per avere una preghiera e una lettura della Bibbia efficaci, altrimenti metteremmo il vino nuovo in otri vecchi.
Quindi dobbiamo regolare la vita quotidiana di una famiglia in queste cose:
- alzata mattutina
- la prima preghiera del mattino
- servizio reciproco nelle faccende domestiche e negli altri lavori
- puntualità ai pasti e alle altre riunioni comuni
- preghiera serale
- stretta osservanza del riposo notturno
- uso rigoroso della televisione e dell’elettronica
- scelta rigorosa di libri, giornali, fiction, video, musica e immagini
- lettura, ascolto e visione comuni
Poche parole per un grande progetto, che può essere realizzato soltanto con l’aiuto dei parroci e con l’esempio e l’insegnamento delle comunità religiose. Queste ultime dovrebbero accogliere come ospiti ragazzi o ragazze o padri o madri per alcuni giorni e far sperimentare loro il proprio stile di vita, regolato in ogni aspetto della quotidianità. In questo modo gli ospiti sperimenterebbero la bellezza di uno stile di vita diverso e cercherebbero di copiarlo nelle proprie case.
Ma si potrebbe suggerire un’ulteriore iniziativa.
Bisogna ben comprendere che oggi è necessario ricostruire tutto il tessuto umano di ciò che costituisce la vita quotidiana singola o comune. Infatti, negli ultimi decenni si sono rapidamente deteriorati sia i comportamenti delle persone, tanto minori quanto adulte – nell’ordinamento cronologico della giornata, nel linguaggio, negli aspetti morali, nel vestiario, nei divertimenti, nella mentalità e in genere in tutti i modi di agire – sia i contenuti dei messaggi trasmessi e ricevuti e i modi di trasmissione e ricezione – in quanto viene comunicato tramite letture, audizioni, visioni, lezioni, conferenze etc. e nell’intrusione incontrollata di continui messaggi audio-video nella vita delle persone, con mezzi sempre più rapidi ed invasivi.
Come operare questa ricostruzione? È necessario che quanti si pongono questo obiettivo, siano essi religiosi che hanno già alle spalle la propria regola di vita e che sentono questa missione, ovvero laici che intendono impegnarsi in questo compito così urgente, abbiano la necessaria formazione. Essa consiste per prima cosa nell’acquisizione delle virtù necessarie a regolare la propria vita quotidiana nello spirito di ordine, servizio, obbedienza, purezza di costumi e nella convinzione che queste virtù debbono essere necessariamente riacquisite, andando direttamente e coscientemente contro la mentalità comune e la diffusa propaganda ad esse ostile. Inoltre, vi è un immenso lavoro da fare per ritrovare i canoni del gusto, della convenienza, dell’intelligenza, della moralità, della bellezza, riallacciando la continuità con un patrimonio incalcolabile e preziosissimo trasmessoci dalle generazioni passate e che la mentalità comune vorrebbe o cancellare o addirittura rimaneggiare per assimilarlo ai pregiudizi correnti.
Perché tutto questo possa rifluire nella vita quotidiana delle famiglie è necessario drasticamente limitare e controllare l’intrusione nell’ambiente domestico dei moderni mezzi elettronici, tramite il rigoroso rispetto degli orari stabiliti e una severa regolamentazione, di cui occorre apprendere i principi. C’è però il rovescio della medaglia: i moderni mezzi elettronici, se opportunamente usati, possono offrire un’opportunità mai avuta in precedenza di riacquisire il patrimonio culturale del passato, in campo spirituale, culturale, letterario, musicale etc.
È ovvio che per poter intraprendere un’azione efficace nelle famiglie nel senso indicato è necessario avere una solida formazione, per la quale occorre predisporre i necessari strumenti.
Questa formazione dovrebbe essere sviluppata, più di quanto non lo sia abitualmente, nelle comunità religiose, che ad essa sono già predisposte dalle regole dei fondatori e dalle loro tradizioni – anche se attualmente spesso queste tradizioni sono insidiate da una malintesa modernità. Comunità religiose ben preparate nel senso descritto possono fare molto per sostenere le famiglie.
Ma veniamo ora a considerare la possibilità di ampliare la nostra azione.
Se si formassero gruppi di persone che abbraccino questo programma come una missione, giungendo a realizzare una vera e propria fondazione – sia essa religiosa o laicale – esse potrebbero assumere il compito di operare attivamente a favore di una corrispondete riforma della vita familiare, in due modi:
- Potrebbero accogliere in istituti appositi, o anche nelle parrocchie, i piccoli i cui genitori siano ambedue occupati in lavori professionali nel periodo che precede la scolarità, non per fare un servizio di comune scuola materna, ma per educarli fin dall’infanzia secondo il piano che abbiamo delineato. Lo stesso istituto potrebbe accogliere, nello stesso spirito, negli orari convenienti, i figli già in età scolare di genitori troppo occupati per dedicarsi ad essi.
- Le persone previamente preparate, appartenenti ai suddetti gruppi, religiosi o laici, potrebbero operare all’interno delle abitazioni di famiglia, negli orari in cui i genitori non sono presenti per lavoro, o anche quando sono presenti, per costruire insieme a minori e adulti “la casa di Dio in cu nessuno si turba e si rattrista”, secondo le linee indicate.
La seconda alternativa appare aperta a notevoli sviluppi. Avrebbe infatti il vantaggio di non richiedere un istituto a parte in cui raccogliere i minori – il quale potrebbe operare soltanto in un raggio di azione limitato – e potrebbe perciò essere più facilmente messa a disposizione delle famiglie. Per ovviare alle troppo numerose richieste, si potrebbero raccogliere in una casa di famiglia adatta allo scopo i minori delle altre famiglie presenti nella stessa zona. Questo faciliterebbe anche la prospettiva di dare un compenso per il relativo impegno, che così diventerebbe un vero lavoro con una sua retribuzione – pur mantenendo sempre i caratteri della missione. Mentre infatti una sola famiglia facilmente non avrebbe i mezzi di procurarsi un servizio a pagamento, questo diventerebbe molto più facile una volta che il costo fosse suddiviso fra più famiglie.
Già in passato avevamo auspicato la formazione di gruppi che, frequentando regolarmente i monasteri, ne diffondessero poi lo spirito nelle famiglie. Ora sembra che questa intuizione potrebbe diventare qualche cosa di concreto e i monasteri, e in genere le comunità religiose, potrebbero diventare le scuole ideali per la formazione di questi gruppi, siano essi religiosi o laicali.
In passato vi sono stati fondatori che hanno risposto con creatività alle nuove esigenze. Non dovrebbe avvenire lo stesso anche oggi?
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