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Ignazio, il letto e le vite dei santi

Sin dal 1415 era evidente per tutti la necessità di una riforma all’interno della Chiesa Cattolica. Molti si aspettavano che il Concilio di Costanza attuasse tale riforma ma, purtroppo, ciò non avvenne. Il problema divenne più acuto ed esplose nel 1500. All’esplosione contribuirono Lutero (Luther), Calvino (Cauvin), Zuinglio (Zwingli), causando una divisione all’interno della Chiesa Cattolica con la nascita del Protestantesimo. La vera riforma della Chiesa, oggi chiamata Controriforma, si ebbe nelle varie sessioni del Concilio di Trento ma partì dal di dentro della Chiesa per impulso di vari santi presenti nella città di Roma: Ignazio di Loyola, Francesco Saverio, Filippo Neri, Camillo de Lellis, Giovanni Leonardi, Carlo Borromeo, Pio V e tantissimi altri che lavorarono dall’interno della Chiesa insieme con il Papa. Sul Papa che indisse il Concilio di Trento ci sarebbero da dire molte cose, ma ne parleremo più avanti, vorrei solo incuriosirvi dicendo che è uno dei tantissimi esempi di Dio che scrive dritto su righe storte.

Ma torniamo ai nostri santi. Quando la Chiesa si è trovata in grave difficoltà, il Signore ha sempre suscitato dei Santi che l’hanno liberata dai pericoli. Come dimenticare sant’Atanasio, per esempio?

Così avvenne per la Controriforma: si sviluppò in un Concilio chiave ma nacque e crebbe in seno a protagonisti oggi in gran parte finiti agli onori degli altari.

Vorrei parlarvi di uno di questi, che la Chiesa ricorda oggi, 31 luglio, e ve ne vorrei parlare per un piccolo fatto, apparentemente secondario nella sua opera gigantesca.

Íñigo López de Loyola era destinato a diventare un ecclesiastico (era il figlio minore) ma si rifiutò e volle diventare cavaliere. La vita di corte del 1500 lo portò ad essere un grande corteggiatore di dame e un vorace lettore di romanzi cavallereschi. In pratica, il classico militare arrogante di nobili origini imbevuto di racconti fantastici e fissato con le donne. Ma non era certo un militare poltrone e vigliacco: durante l’assedio di Pamplona si distinse per il suo eroismo ben oltre la temerarietà e si beccò una palla di cannone sulla gamba, guadagnandoci una frattura che trascurò per combattere e che poi si saldò male tanto che dovettero rompergliela di nuovo per cercare di ricomporla meglio. Rimarrà comunque zoppo per tutta la vita.

Bloccato dalla gamba immobilizzata in uno dei suoi castelli chiese dei romanzi cavallereschi da leggere. Gli dettero due libri sulle vite di santi che, inizialmente, schifò. Per un soggetto del genere, fissato con romanzi di cappa e spada, come potevano essere interessanti le storie, vere ma lagnose, di sempliciotti con lo strabismo celeste tipico dell’iconografia dei santi? Eppure, non c’era scelta, o leggeva questi due libri o non leggeva niente: non c’era altro nel palazzo.

Quindi il nostro eroe (nel vero senso della parola) iniziò a leggere quello che pensava non ne valesse la pena. E scoprì, invece, che quelle storie vere, reali, fatte di vera carne e vero sangue, senza introdurre animali fantastici e senza il richiamo sessuale di donne magnifiche e in difficoltà, insomma quelle vite di santi, gli scatenavano delle reazioni di stupore, di meraviglia, per gli incredibili risultati che quelle persone avevano raggiunto. Ma non tanto per i miracoli che avevano fatto, quanto per le cose che erano riusciti a fare nella quotidianità. E gli veniva la voglia di saltare giù dal letto e fare la stessa cosa.

Ecco, devo confessarlo, succede anche a me quando leggo le vite di questi uomini e di queste donne, anche di mille anni fa o ancor più remoti: mi viene voglia di fare come loro.

Il nostro Íñigo López de Loyola, una volta guarito, balzerà veramente dal letto e diventerà prima un predicatore e poi un sacerdote. Cambierà il suo nome in Ignazio, come lo conosciamo oggi. E fonderà i Gesuiti e scriverà gli “Esercizi Spirituali”, un testo di spiritualità fra i più grandi e che fa impallidire tutte le polente avariate della new-age o di sincretismi e paganesimi vari. Sarà uno dei protagonisti della Controriforma, di sicuro il più importante fra i vari santi, e diverrà sacerdote nel 1537, lui che vi era destinato e si era rifiutato.

Cosa voglio dire con questo post? Voglio dire che le vite dei santi sono state un tesoro immenso per i loro contemporanei ma lo sono anche per noi. Dobbiamo leggerle, conoscerle, meditarle. E cosa scopriremo? Scopriremo che uomini e donne come noi, come ciascuno di noi, con enormi limiti, gravissimi errori e tremendi handicap, sia fisici che spirituali, sono riusciti a farsi strumento di Dio, in modi sempre diversi, ottenendo risultati meravigliosi.

I santi ci dicono che Dio agisce attraverso di noi, se Lo lasciamo fare, e ci permette di realizzare cose magnifiche a maggior Sua gloria e per il bene degli altri.

I santi ci aiutano a capire come dobbiamo comportarci noi oggi.

I santi ci fanno capire che la Speranza non è mai persa quando ci si affida a un Dio che ha ribaltato la Sua pietra tombale.

I santi ci dimostrano che non esiste una crisi della Chiesa che non si possa superare.

Smettiamo allora di piangerci addosso e di inoltrarci post su pericoli reali o immaginari ormai (presunti) prossimi ed iniziamo a inoltrarci vite di santi, a pregarli perché intercedano per noi.

E iniziamo a camminare verso la santità. Perché questo è quello che Dio vuole. Ma è un Dio “tapis-roulant”, che se scegli la direzione giusta, quella del tapis-roulant, ossia quella della santità, ti sembrerà di volare. Perché (Mt 11,28-30)28 Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. 29 Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. 30 Il mio giogo, infatti, è dolce e il mio carico leggero”.

Ma se scegli la direzione sbagliata, sarà solo fatica. E fatica inutile. Per te. Per gli altri.

Impariamo dai santi, Dio ce li ha donati anche per questo.

Esercizio per casa

Cominciamo con due santi di oggi: Sant’Ignazio di Loyola, fondatore dei Gesuiti e il Beato Giovanni Colombini, fondatore dei Gesuati (ma tu guarda che coincidenza!).

Qui trovate una prima agiografia di Sant’Ignazio di Loyola, qui una seconda.

Qui trovate l’agiografia del Beato Giovanni Colombini.

Buona lettura. E attenti a non saltare dal letto troppo bruscamente!

Luca Lezzerini

Immagine di S. Ignazio di Loyola in abiti militari
Beato Giovanni Colombini, pittura nel Convento di San Girolamo, Siena

Credits: immagine di S. Ignazio di pubblico dominio presa da Wikipedia, autore sconosciuto

Credits: immagine del B. Colombini di LigaDue, CC BY-SA 4.0 https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0, attraverso Wikimedia Commons

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