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Reductio ad Dreherem

Sin da prima che Luces Veritatis nascesse, una strana nemesi sembra perseguitarla. In pratica ci capita, molto spesso, che le persone che ascoltano il nostro progetto, dopo poche battute ci etichettino come seguaci della cosiddetta “Opzione Benedetto”, tratta dall’omonimo saggio di Rod Dreher.

In tale libro, l’autore delinea una strategia per i cristiani affinché sopravvivano in un mondo post-cristiano e che è sostanzialmente la creazione di una rete di minuscole (la dimensione ridotta è un criterio essenziale) comunità di profonda fede, aventi lo scopo di custodire “il seme”, cioè la Fede, in attesa di tempi migliori.

Nel proporre questa scelta di vita, Rod Dreher si ispira all’attività di San Benedetto che, creando comunità monastiche, autosufficienti e parzialmente isolate, in grado di resistere alla situazione di anarchia conseguente al crollo dell’impero romano d’Occidente, consentì di perpetuare non solo la fede ma anche la cultura pagana, oltre che di conservare l’ordine in un mondo dominato dal caos.

Condividiamo diversi punti con Rod Dreher, ma non la strategia complessiva che presenta nel suo saggio. Vediamo quali siano questi punti (solo alcuni, giusto per dare un’idea).

Siamo d’accordo, per esempio, con l’idea che in un mondo caratterizzato dal disordine (di qualunque genere), “l’atto di resistenza più fondamentale è instaurare un ordine”, sia interiore che esteriore.

Oppure sulla centralità della preghiera e della vita sacramentale.

Sulla necessità di coniugare la preghiera con il lavoro, secondo il famosissimo “ora et labora”.

Così come siamo d’accordo sulla necessità della “stabilità”.

Siamo d’accordo sulla necessità di tradurre la Regola in termini attuali, e infatti stiamo cercando di seguire quanto proposto nel testo di don Massimo Lapponi “San Benedetto e la vita familiare”, così come si è potuto apprezzare, ad esempio, nella novena in preparazione della festa di S. Benedetto.

Condividiamo al 100% la necessità di evangelizzare con il bello e il buono, nell’aprire scuole cristiane classiche … e potremmo continuare a lungo.

In breve, condividiamo la stragrande maggioranza dei singoli tasselli di cui si compone il mosaico della strategia di Dreher, la cosiddetta “Opzione Benedetto”. Ma non ne condividiamo la disposizione a formare un’immagine come quella proposta da Dreher.

La soluzione che Luces Veritatis propone non è “catacombale” (nell’accezione di “nascosto, occulto”, derivante dall’idea, non corretta, che i primi Cristiani si nascondessero nelle catacombe) come quella di Dreher, ossia un ritirarsi per “conservare il seme”, quanto quella di intervenire nella società come il lievito evangelico, che si mescola alla massa e la fa lievitare.

Di conseguenza, la nostra azione non si sviluppa nel creare piccole “isole felici” in attesa di un mondo migliore, ma si realizza dentro la società, intervenendo direttamente nella cultura, nell’educazione, nello sport, nell’economia, nella produzione, nell’informazione e in tutti gli ambiti umani. Senza nasconderci ma, anzi, puntando sull’essere “più credenti che credibili”, ossia testimoniando, nella pratica quotidiana, la nostra fede, senza essere arroganti ma senza fare sconti a nessuno e senza annacquare il messaggio evangelico e del Magistero della Chiesa.

Il nostro progetto, sebbene si ispiri a una forma di vita monacale, individuale e comunitaria, fondata sul motto benedettino ora et labora, e sebbene si basi sulla creazione o sul coinvolgimento di comunità locali, non assomiglia tanto ai monasteri fortificati dell’anno mille quanto alle prime comunità cristiane descritte negli Atti degli Apostoli, comunità che crescevano e si collegavano, espandendosi ben oltre i confini di Israele, rivolgendosi a tutti, ebrei e pagani, anche a rischio della persecuzione. Queste comunità, inoltre, rimanevano autonome e si gestivano in proprio, ferma restando l’autorità degli Apostoli che, di tanto in tanto, scrivevano per elogiare o richiamare all’ordine.

Nel progetto di Luces Veritatis, quindi, non si mira a costruire una rete di cellule di resistenza sullo schema della “Famiglia” di Padre Kolaković o della rete di Václav Benda, attivista e matematico ceco, tra i firmatari di Charta 77, che nel suo saggio “La Polis Parallela” (1977) richiamò i cattolici dissidenti ad unirsi creando istituzioni parallele per continuare a proclamare la fede in Cristo, avendo perso ogni speranza nei confronti del governo cecoslovacco. A tale schema, intessuto con la Regola di San Benedetto, si è ispirato Dreher.

Nel caso di Luces Veritatis, lo scopo non è quello di Benda e di Dreher, quanto di reagire alle situazioni contingenti riportando l’Etica Cristiana al centro della società, applicando la Dottrina Sociale della Chiesa Cattolica nel proprio contesto locale.

La nostra vocazione, considerando che siamo prevalentemente laici, è quindi:

  • Riunire un esercito immenso e formidabile, ossia quello dei cattolici, ma che oggi è allo sbando, per tanti motivi e tante colpe, spesso di omissione, a tutti i livelli, ridandogli la forza e il coordinamento necessari per annunciare Cristo;
  • Confortarci a vicenda nella fede, con le varie comunità, nuove o esistenti, tenendo bene a mente che vi è una diversità di carismi, così come vi sono specializzazioni diverse in un esercito, e che tutti vanno valorizzati affinché diano maggior gloria a Dio;
  • Riportare la Speranza tra fedeli che si sono arresi o stanno per farlo perché credono che la situazione sia irreversibile, ricordando loro che nulla è impossibile a Dio, che già ha ribaltato la storia molte volte, a partire dalla Sua tomba;
  • Fornire strumenti operativi e pratici, in questo mondo di chiacchiere vacue, per realizzare nella quotidianità, nel proprio metro di trincea, secondo i propri talenti ricevuti in dono, quello che Dio si aspetta da ciascuno di noi;
  • Riportare il ritmo della vita sulla preghiera e sulla vita sacramentale, vero battito cardiaco della vita di fede;
  • Fare tutto questo mettendo al centro la Famiglia Naturale e aiutandola a difendersi dai violentissimi attacchi a cui è soggetta;
  • Ricordarci, sempre, che siamo solo servi inutili e che siamo chiamati ad amare i nostri nemici.

Non intendiamo certamente paragonarci agli Apostoli ma, secondo la “Apostolicam Actuositatem“, siamo anche noi apostoli, con la minuscola, nel senso di dover essere lievito evangelico nella farina di questa società “sazia e disperata”.

Quindi, per avviarci alla conclusione, non vi è nulla di più sbagliato di questa “reductio ad Dreheremche nasce, probabilmente, da una lettura superficiale del nostro progetto.

Luces Veritatis cerca di riprendere l’ideale di San Benedetto, che poi è quello evangelico, e di riproporlo oggi, nella società, ovunque, non di rinchiuderlo sotto il moggio (Mt 5,15).

Ma per farlo, dobbiamo essere prima credenti e poi saremo credibili. Non il contrario.

Perché è ora di dire basta ad un cristianesimo che intende per dialogo non la ricerca della Verità ma la sua diluizione nelle acque mefitiche del relativismo.

Vogliamo essere credenti, nella Storia e nella Società, per mostrare e dimostrare che la Fede in Cristo salva, salva perché Lui ci ha salvati tutti. Provare per credere. O meglio, credere per provare … agli altri.

Luca Lezzerini

Credits: Photo by Mateus Campos Felipe on Unsplash

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